La costruzione della mente in Gruppoanalisi

la-costruzione-della-mente-in-gruppoanalisiLa Gruppoanalisi condivide con la Psicoanalisi i concetti fondamentali di inconscio, struttura tripartita della mente, meccanismi di difesa, simbolismo, transfert ecc. con alcune differenze.

Nel periodo della Psicologia dell’Es, Freud ha puntualizzato che gran parte della nostra vita e delle nostre manifestazioni comportamentali si basa su aspetti inconsci, come può essere dedotto da sogni, atti mancati, favole, leggende, sintomi nevrotici, ecc. La mente viene distinta in Inconscio, Preconscio e Conscio. Inconscio è tutto ciò che non è presente a livello di coscienza, preconscio è tutto ciò che può essere facilmente portato alla coscienza, conscio è tutto ciò che è cosciente.

Nel periodo successivo, che va sotto il nome di Psicologia dell’lo o secondo sistema psicoanalitico, Freud ha formulato il concetto di struttura tripartita della mente in Es, Io e Super-Io.
L’Es rappresenta gli aspetti biologico istintuali, distinti in istinto di vita o Eros ed istinto di morte o Thanatos. L’Io nasce da una parte dell’Es modificata dal mondo esterno ed ha il compito principale di fare da mediatore tra gli impulsi istintuali che vengono dall’Es, le esigenze della realtà esterna e quelle del Super-Io. Il Super-Io è l’espressione di una differenziazione dell’Io e nasce dall’interiorizzazione dei genitori.
Chiamiamo Es la più antica di queste istanze psichiche: suo con­tenuto è tutto ciò che è ereditario, presente fin dalla nascita, stabilito per costituzione, innanzitutto dunque le pulsioni che traggono origine dall’organizzazione corporea.

«Compito dell’Io è l’autoconservazione, compito che è assolto per quel che riguarda l’esterno imparando a conoscere gli stimoli, accumulando nella memoria esperienze su di essi, come sedimento del lungo protrarsi dell’età infantile, durante la quale l’essere umano in formazione vive in uno stato di dipendenza dai suoi genitori, si struttura nel suo Io una speciale istanza in cui tale in­flusso viene perpetuato. Ad essa viene dato il nome di Super-Io… nell’influsso parentale non incide naturalmente soltanto la natura personale dei genitori ma anche la tradizione familiare, razziale e popolare che essi portano innanzi, oltre alle esigenze di un determinato ambiente sociale che essi rappresentano. Parimenti il Super-Io, man mano che l’individuo cresce, accoglie apporti provenienti da persone che continuano o surrogano l’influsso dei genitori, come gli educatori o determinati personaggi emblematici della vita pubblica o ideali socialmente ammirati» (Freud, 1938).

Già in Freud, vediamo, si fa riferimento ad una concezione multi­ personale della mente e ad una costante interazione tra l’intrapsichico, l’interpersonale ed il transpersonale.
La maturità sarebbe espressione di un equilibrio tra le tre istanze con prevalenza dell’Io. Un Io più forte è in grado di controllare meglio le spinte istintuali dell’Es, le esigenze del Super-Io e quelle della realtà esterna.
Pur avendo subito revisioni e modifiche l’originaria teoria freudiana delle pulsioni, il modello strutturale della mente è rimasto sostanzialmente invariato.

L’evoluzione successiva della Psicoanalisi, dopo la morte di Freud, ha come punto di riferimento la strutturazione tripartita della mente. I maggiori contributi sono venuti dall’approfondimento delle fasi di sviluppo, in particolare della fase orale (M. Klein, M. Mahler, Winnicott ecc.) e della Psicologia dell’Io (Hartmann).
La Psicoanalisi contemporanea ha valorizzato il risultato dell’espe­rienza del soggetto in relazione all’oggetto (Teoria delle relazioni ogget­tuali) e del soggetto con il mondo esterno (Teoria del Sé).
Gli aspetti relazionali cominciano di fatto con M. Klein che pre­vede un Io attivo fin dalla nascita con scambi introiettivi e proiettivi. Successivamente la teoria delle relazioni oggettuali è stata sviluppata da vari psicoanalisti (Fairbairn, Balint, Winnicott, Bion ecc.) (Di Chiara,
1985).

Per Winnicott il Sé è fatto all’inizio da esperienze corporee e si forma nei primi anni di vita. I potenziali innati e le ‘cariche ereditarie sarebbero una parte dei fattori che concorrono a formare il Sé, essendo l’altra rappresentata dalle cure materne (holding) e dall’influenza del­l’ambiente rappresentato principalmente dalle persone più significative (Gaddini De Benedetti, 1976).
La Gruppoanalisi di Foulkes condivide, I concetti fondamentali della Psicoanalisi: inconscio, struttura !ripartita della mente ecc., ma nella misura in cui l’intrapsichico si colloca nella rete globale di interazione del gruppo di appartenenza, la cosiddetta Matrice di base. Per Foulkes ciò che è individuale ed intrapsichico è an­ che multipersonale. L’individuo non può esistere senza il gruppo e vice­versa. «Il gruppo è una sorta di modello della struttura psichica i cui processi dinamici vengono personificati e rappresentati drammaticamente» (Foulkes, 1964). Il gruppo assume il ruolo di Es, Io e Super-Io collettivi.

Il punto di vista gruppoanalitico vede inquadrati i processi mentali individuali in un campo mentale unificato di cui gli individui che lo compongono sono una parte. La mente non rappresenta qualcosa di isolato nel capo di ognuno ma è l’espressione individuale dei processi transpersonali che passano attraverso l’individuo. Questa rete transpersonale, o Matrice, è un sistema psichico nel contesto del quale l’individuo si origina e si esprime cosicché ciò che è all’interno è anche all’e­sterno e viceversa. Gli individui partecipano a questi processi transpersonali da cui sono investiti e li rimodellano a loro volta in modo personale. La mente è in definitiva l’espressione della Matrice di base, rappresentata dal patrimonio biologico e culturale comune del gruppo, una specie di combinazione unica di tessere di mosaico e nello stesso tempo una tessera del mosaico stesso (1973). Concetto questo analogo a quello delle Monadi di Leibniz: unità separate solo illusoriamente che contengono ognuna ogni componente dell’universo.
Il Sé, ovvero l’individualità, è una combinazione unica ed irripetibile, espressione della Matrice di base (che potremmo chiamare anche Sé gruppale).

La Matrice gruppale è quindi una rete di relazione e comunicazione tra i vari individui, che ne rappresentano i punti nodali, attivata e man­tenuta per mezzo di fenomeni di risonanza e reazioni di rispecchia­ mento. La risonanza si riferisce al diverso significato che può avere per ogni singolo ogni evento del gruppo in relazione al proprio livello matu­rativo: orale, anale, fallico ecc.
Il rispecchiamento si riferisce al gioco di va e vieni, proiezione ed introiezione, esternalizzazione ed internalizzazione.

Per Foulkes (1964) la comunicazione multipersonale in un gruppo analitico avviene a più livelli costantemente interagenti:

  1. livello superficiale: gruppo come comunità, società, opinione pubblica;
  2. livello di transfert: relazioni oggettuali mature. Il gruppo come famiglia con padre, madre e fratelli;
  3. livello proiettivo: gli altri membri personificano parte o parti del Sé, parte o parti del corpo;
  4. livello primordiale: è il livello degli Archetipi dell’inconscio collettivo.

Al livello proiettivo vengono espressi i meccanismi mentali più precoci come la negazione, la scissione, la proiezione, l’introiezione e l’identificazione proiettiva. Esso risponde al mondo delle relazioni primi­ tive e narcisistiche con gli oggetti interni e parziali. Il gruppo rappre­senta il mondo interno dell’individuo con i suoi oggetti interni (secondo i concetti kleiniani) e nello stesso tempo il corpo della madre così come quello dell’individuo.
Il livello primordiale, o degli archetipi dell’inconscio collettivo, è stato particolarmente studiato dal gruppoanalista argentino R. Usandivaras (1986).
Jung differenzia l’inconscio personale (in cui sono rintracciabili memorie rimosse di ciò che si è vissuto) e l’inconscio collettivo (sede della memoria di tutta la specie umana conservata dalla antichità). L’inconscio collettivo filogenetico è costituito dagli archetipi, concetto molto affine al pattern of behaviour della biologia. L’archetipo fa parte del codice genetico ed è di natura biologica, si eredita con la struttura cerebrale. Gli archetipi sono contenuti universali che appartengono a tutte le culture e a tutte le epoche. L’inconscio collettivo contiene l’eredità filogenetica, è il deposito di tutte le esperienze umane fino ai più oscuri primordi, è l’e­quivalente interno della creazione dal primo giorno (Jacobi, 1957).

Non esiste un limite definito tra inconscio personale e quello collettivo, ma si può dire che essi siano complementari, l’uno racchiude l’altro.
Questa strutturazione della matrice di gruppo, descritta da Foulkes nei gruppi analitici, possiamo dire che trova il suo equivalente nella gruppalità interna con i suoi livelli di comunicazione costantemente interagenti, rispecchianti quelli della gruppalità esterna. L’una rimodella l’altra in un continuum dinamico.

Per Foulkes (1975): «Solo grazie ad una particolare astrazione possiamo isolare tra loro i fattori biologici, sociali, culturali ed economici. La vita mentale è espressione di tutte queste forze viste sia a livello orizzontale, e cioè nella realtà strettamente attuale, che verticale in relazione all’eredità del passato».

Per concludere, la mente è il risultato di una continua interazione tra il biologico, l’intrapsichico ed il relazionale. Non esiste dualismo tra mente e corpo.

Contributo scritto a partire da un lavoro di Rocco Pisani.