Il disturbo ossessivo compulsivo (in italiano DOC) è una forma di disagio psichico che si caratterizza per essere fortemente invalidante, entrando nella vita delle persone con singolare invadenza.
Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di:
– Ossessioni: pensieri o impulsi che vengono vissuti dal paziente come impossibili da scacciare o controllare. L’ossessione più frequente è senza dubbio la paura della contaminazione: il timore di essere contaminati dal contatto con altre persone, oppure il timore di essere infetto e poter contaminare l’altro con il proprio tocco o la propria presenza. Spesso tale preoccupazione si estende dalla propria persona ai propri beni, trasfomandosi spesso nel timore che la propria casa venga contaminata da estranei.
Un’altra ossessione molto frequente è la comparsa di incontrollabili pensieri sessuali o aggressivi: pensieri relativi a pratiche sessuali percepite come illecite o sporche (perché non convenzionali o perché riguardano persone con le quali l’atto sessuale sarebbe moralmente inaccettabile); oppure pensieri di aggressione e violenza sull’altro, spesso una persona amata. Questa tipologia di ossessioni è percepita come particolarmente straziante dai pazienti, poiché, nonostante si tratti di pensieri improvvisi e incontrollabili, il paziente ossessivo li riconosce come appartenenti a se stesso (diversamente dai pazienti psicotici), e se ne colpevolizza, sentendosi malvagio e indegno.
– Compulsioni: si tratta dei comportamenti ripetitivi che il paziente si sente obbligato a mettere in atto per contenere il potenziale distruttivo delle ossessioni.
Le compulsioni possono assumere la forma di comportamenti semplici e stereotipati, messi in atto sotto la forza di un impulso incontenibile (ad esempio il bisogno di lavarsi le mani), oppure presentarsi come elaborati rituali con una precisa struttura formale (sequenze di azioni da compiere sempre nello stesso ordine, senza errori, per scongiurare il verificarsi di eventi catastrofici), che hanno la funzione di prevenire la sciagura e la catastrofe originata dai pensieri malvagi (le ossessioni). Le compulsioni, con il loro carattere di obbligatorietà e sgradevolezza, assumono sovente il valore di vere e proprie penitenze, attraverso le quali il paziente ossessivo si punisce e si limita.
Una analisi della complessa relazione esistente tra ossessioni e compulsioni, ove le seconde devono obbligatoriamente essere messe in atto per annullare i tremendi effetti delle prime, ci porta a trarre una prima conclusione: a causa della natura invalidante del disturbo ossessivo compulsivo, il paziente non può più fidarsi di se stesso.
Tale constatazione rende perfettamente ragione di un’altra caratteristica del paziente ossessivo: il dubbio, la ricerca costante ed infruttuosa di certezze che permettano di prendere una decisione. Il paziente ossessivo non può decidere, non può agire, perché teme che ogni sua decisione sia, in fondo, egoistica e malvagia. Per questo motivo, ricerca le proprie certezze all’esterno, chiedendo costantemente conferma di essere nel giusto (conferma che, ovviamente, non è quasi mai sufficiente).
In conclusione, il disturbo ossessivo compulsivo rischia di essere una delle patologie più mortificanti per lo sviluppo personale, poiché inibisce la libera espressione della personalità in due modi:
– imprigionando la routine quotidiana del paziente in una ragnatela di ossessioni e compulsioni che implicano un grande consumo di tempo ed energie.
– insinuando il dubbio e l’angoscia in ogni singola azione o decisione, rendendola faticosa e talora impossibile.
La natura del disturbo ossessivo compulsivo è tale da colpire in maniera più potente proprio quelle aree che il paziente considera vitali per la propria realizzazione: si tratti del lavoro, della vita sentimentale e sessuale, dei rapporti sociali, il DOC sottrae alla persona proprio ciò che costituisce il proprio nutrimento emotivo essenziale.
Il paziente vive le proprie giornate oscillando tra il senso di mortificazione, dovuto all’estremo impoverimento della propria vita e al peso delle rinunce cui è obbligato, e i profondi sentimenti di colpa ed angoscia che lo assalgono quando teme di aver danneggiato o poter danneggiare i propri cari con la violenza dei propri impulsi.
Come si cura il Disturbo Ossessivo Compulsivo? Il trattamento farmacologico si è rivelato in diversi casi efficace nel contenimento dei sintomi ossessivi.
Tuttavia, il solo supporto farmacologico non consente una risoluzione definitiva dello stato di malessere. Spesso l’indebolimento della catena ossessione-compulsione, ottenuto attraverso il farmaco, lascia il soggetto in preda a sentimenti angosciosi profondi, cui non riesce a dare una spiegazione.
La psicoterapia analitica si dimostra efficace nel dare un senso più profondo ai sintomi del paziente e a sostenerlo attraverso il percorso di riconquista della propria vita, soprattutto nei casi in cui la terapia ha inizio in prossimità dell’esordio sintomatico.
I casi caratterizzati da cronicità, ove quindi il disturbo ossessivo compulsivo si è strutturato ed è presente da diversi anni, è consigliabile un intervento integrato, con l’affiancamento di un supporto farmacologico al percorso di psicoterapia.