La vastità della rivoluzione digitale sta apportando grossi cambiamenti anche nell’ambito dell’assistenza sanitaria. In particolare sono in aumento i dibattiti clinici riguardo l’impatto dell’innovazione tecnologica ed informatica sui servizi di psicoterapia.
Oggi la validità della psicoterapia online è confermata da una vasta letteratura clinica in merito e sempre più persone cercano uno psicoterapeuta online.
A volte si passa da un setting classico ad uno online a causa di cambiamenti
dovuti ad eventi di vita: trasferimenti definitivi o temporanei, necessità di salute, orari lavorativi particolarmente complicati, situazioni di isolamento dovute a catastrofi naturali e sociali.
Altre volte si inizia direttamente con un percorso online, come accade sempre più spesso con gli expat (le persone che vivono in un altro paese) e che vogliono intraprendere un percorso di psicoterapia utilizzando la loro lingua.
Un altro target di pazienti, che potrebbe essere più facilmente agganciato
grazie ai servizi di e-health è quello degli adolescenti che si isolano e che non vogliono andare più a scuola.
Non si deve pensare che la psicoterapia online sia un semplice riadattamento del setting vis a vis, come non lo sono i colloqui effettuati presso il domicilio del paziente, o ancora i colloqui effettuati sul bordo di un letto ospedaliero. Sono tutti setting diversi all’interno dei quali lo psicoterapeuta utilizzerà i propri strumenti in modo diverso.
Non è una versione “inferiore” del classico setting in studio, non vale di
meno e non funziona meno. La psicoterapia online è un dispositivo di cura in cui ci sono due persone in due stanze, invece che due persone in una stanza. È un dispositivo attraverso il quale tutti i fattori terapeutici di una psicoterapia trovano il loro spazio, primo tra tutti il fattore di guarigione più importante: la relazione paziente – psicoterapeuta.
“Carl Gustav Jung ha descritto lo spazio condiviso da paziente e analista come abitato da un “corpo sottile”, un’entità organico-spirituale che favorisce la comunicazione inconscia; uno spazio intermedio dove l’immaginazione agisce e trasforma. Questa dimensione, per certi versi simile al concetto elaborato dallo psicoanalista statunitense Thomas Ogden di “terzo analitico” (per cui analista e analizzando creano insieme una dimensione intersoggettiva che permette a entrambi di trasformarsi), esiste in ogni caso. È così corporea, da manifestarsi anche a distanza. Così sottile da attraversare gli schermi.” (Lingiardi 2020).