La Psicoterapia Psicoanalitica è indicata in tutti quei casi in cui il disagio psichico si impadronisce della vita di una persona impedendogli l’esperienza del benessere nella relazione con sè, gli altri e l’ambiente circostante; la sua essenza consiste innanzitutto nell’esplorare quegli aspetti del Sé che non sono pienamente conosciuti o decifrati. In particolare, la psicoterapia psicodinamica incoraggia l’esplorazione e la discussione sulla dimensione emotiva del paziente. Il terapeuta aiuta allora il paziente a descrivere ed esprimere in parole gli stati d’animo, i sentimenti e i vissuti, includendo anche gli aspetti contraddittori, le dimensioni problematiche e tutte le altre esperienze che il paziente non è capace di riconoscere o interpretare.
Il dolore mentale può manifestarsi attraverso precisi “segnali” (stati depressivi, ansia, fobie, idee disturbanti e ricorrenti, disturbi psicosomatici, disturbi alimentari, dipendenze e altri sintomi di vario genere), sia attraverso forme di malessere più generalizzato, segno di una crisi che il soggetto sta attraversando nell’ambito personale ed esistenziale o, più specificamente, nel campo affettivo, sessuale, familiare, lavorativo. La psicoanalisi lavora sulle ragioni profonde di questi stati di disagio e ha come obiettivo il cambiamento strutturale dei dispositivi affettivi e comportamentali che causano la sofferenza psichica.
La psicoterapia psicoanalitica dà molta importanza al mondo relazionale del paziente (in termini teorici, relazioni oggettuali e attaccamento). Sia gli aspetti adattativi sia quelli non-adattativi della personalità sono forgiati dalle relazioni d’attaccamento, e le difficoltà psicologiche spesso compaiono quando dei patterns problematici interferiscono con la capacità della persona di sintonizzarsi con i bisogni emotivi. L’area d’interesse della psicoterapia psicoanalitica quindi è assai ampia; dalle problematiche relazionali e familiari, dal disagio esistenziale e dal generico disadattamento sociale, il suo intervento si proietta alla psicopatologia nelle sue diverse forme: i disturbi d’ansia e di panico, i disturbi depressivi, i disordini del comportamento alimentare, le dipendenze, i disturbi di personalità, le fobie, il disturbo ossessivo-compulsivo, per giungere alla fenomenologia psicotica con alterazioni del senso della realtà.
Attraverso un processo di conoscenza comune che lega paziente e analista, l’ analisi individuale consente il riconoscimento dei propri nuclei identitari profondi (le strutture affettive e comportamentali apprese nell’ambiente familiare originario) e il passaggio da una dimensione conservativa (la cosiddetta “coazione a ripetere”) a una trasformativa (il superamento di blocchi evolutivi e relazionali, l’attivazione di aspetti di personalità sacrificati, di potenzialità e risorse utilizzate in modo disfunzionale).
E’ una metodologia che utilizza il dialogo, l’ascolto e la parola, il rapporto emotivo tra il paziente e l’analista, in un contesto sicuro e protetto di lavoro comune. L’interesse è per gli eventi mentali, le relazioni, gli affetti, i sogni, le storie personali e familiari, i collegamenti tra la vita attuale e la storia passata, i legami tra i sintomi e il mondo psicologico del soggetto, i segnali di cambiamento che emergono nel “qui e ora” della relazione terapeutica.
La psicoterapia psicoanalitica lavora sul problema presentato esplorandone le relazioni tanto con il “qui e ora” (l’attualità della vita personale, familiare, sociale, lavorativa, progettuale), quanto con il “lì e allora” (la storia di sviluppo, il retroterra familiare, transgenerazionale, socio-culturale), muovendosi tra il reale ( sintomi, fatti, comportamenti, reattività emotiva, modalità di relazione) e l’immaginario (sogni, fantasie, credenze).
L’approccio analitico si rivela particolarmente adatto quando la problematica presentata attinge più o meno significativamente all’organizzazione di personalità, cioè quando siano presenti modalità abituali di esperienza poco flessibile ricorrenti in una pluralità di situazioni esistenziali, e inoltre quando il problema risulti significativamente connesso alla sfera relazionale, presente o passata.
L’obiettivo implicito a tutti gli altri obiettivi della psicoterapia psicoanalitica è quello di andare oltre la remissione dei sintomi. Un trattamento efficace non consente soltanto di risolvere i sintomi, ma anche di far emergere la presenza positiva di capacità e risorse psicologiche. Tale possibilità, che dipende dalla persona e dalle circostanze, include la capacità di vivere relazioni più soddisfacenti, di fare un uso effettivo del proprio talento, di mantenere un senso realistico della propria autostima, di tollerare un ampia gamma di affetti, di raggiungere una maggiore soddisfazione nell’intimità relazionale e nella sessualità, di comprendere se stessi e gli altri nelle sfumature e in modo più sofisticato, e di fronteggiare i cambiamenti della vita con maggiore libertà e flessibilità.
La psicoterapia psicoanalitica può essere proposta in sedute individuali, di coppia, di gruppo.
L’avvio dell’analisi è preceduto da alcuni incontri di consultazione, che hanno lo scopo di iniziare a comprendere le origini del malessere e di individuare il tipo di percorso terapeutico più adatto (se è preferibile una psicoterapia psicoanalitica individuale o di gruppo, o se è consigliabile orientarsi verso altri tipi di trattamento).
Nel primo caso il terapeuta illustrerà la cornice formale entro la quale si svolgerà la psicoterapia: numero di sedute settimanali, costo, assenze, ecc.