Il tema dell’ideologia e della tolleranza è ben illustrato dalla storia della gruppoanalisi in Inghilterra dopo la seconda guerra mondiale. Questi furono gli anni durante i quali sia la psicoanalisi sia la gruppoanalisi pervennero a una posizione di spicco e a un certo grado di potere. Gli psicoanalisti e i gruppoanalisti diventarono i capi del movimento psicoterapeutico, destinato a raggiungere nel Servizio Sanitario Nazionale, a quell’epoca appena costituitosi, posizioni preminenti, benché non accademiche. La psichiatria accademica e la psicologia nel suo complesso si dimostrarono intolleranti e impenetrabili alle idee psicodinamiche, le quali non possedevano i requisiti standard propri della scienza sperimentale.
La psichiatria psicodinamica aveva avuto molto successo nelle forze armate durante la seconda guerra mondiale. All’Ospedale Militare di Northfield, gli esperimenti nella riabilitazione rapida di soldati provati dalla guerra avevano avuto più successo con S.H. Foulkes, T.S. Main e Harold Bridger che con Wilfred Bion e John Rickman. L’apparato militare si era dimostrato intollerante verso le ristrutturazioni precipitose di un reparto dell’ospedale da parte di Bion e Rickman. Foulkes, Main e Bridger furono maggiormente capaci di concepire l’ospedale come un’entità intera e di creare il concetto di comunità terapeutica, che divenne un’ideologia dominante nella psichiatria civile per alcuni anni dopo la guerra.
È interessante confrontare e considerare la differenza tra lo sviluppo, sotto la guida di Foulkes, della gruppoanalisi – che si costituì prima nella Società GruppoAnalitica e successivamente nell’Istituto di Gruppoanalisi – e quello della Clinica Tavistock sotto l’influenza di Bion e di Sutherland. Prenderò ora in considerazione questi due filoni.
Foulkes giunse in Inghilterra nel 1933 come psichiatra e psicoanalista qualificato. Precedentemente alla formazione psicoanalitica, egli aveva trascorso due anni con Kurt Goldstein, il famoso neuropsichiatra di formazione gestaltica, e ciò aveva avuto una profonda influenza su Foulkes, il quale derivò da Goldstein le idee sul reticolo, sulla matrice, sull’individuo come punto nodale di un sistema nello stato di salute ma che nella malattia diventa una parte isolata del reticolo, e, in quanto tale, necessita di essere riunito con esso per recuperare, attraverso il ripristino della comunicazione, la salute. L’ideologia di Goldstein era olistica e organismica. Dopo la formazione psicoanalitica a Vienna, Foulkes si recò a Francoforte dove incontrò Norbert Elias, che proveniva dalla Scuola di Sociologia di Francoforte, dove l’ideologia del marxismo, delle forze storiche si incontrarono con l’ideologia biologica e riduzionista della psicoanalisi di Freud, essa stessa grandemente influenzata dal darwinismo e dalla neurologia del XIX secolo. A Londra Foulkes fece la conoscenza della “nuova psicologia” che si era sviluppata negli anni venti e trenta e che aveva cominciato a integrare la psicoanalisi con la psicologia dello sviluppo infantile e con la psicologia sociale.
John Bowlby e Donald Winnicott, influenzati da Melanie Klein ma non schiavi della sua dottrina, stavano incominciando le loro ricerche. Foulkes trovò la libertà interiore di incominciare a lavorare con i piccoli gruppi a Exeter, lontano da Londra, nel 1938. Egli impiegò alcuni anni in più per sviluppare le teorie gruppoanalitiche, pubblicate per la prima volta nel 1948. Nel suo primo libro, egli riconobbe l’influenza di Goldstein, Eric Erickson, Norbert Elias e, benché fosse uno psicoanalista, affermò che la gruppoanalisi era una teoria e una pratica più completa della psicoanalisi. Foulkes, tuttavia, rimase analista praticante e analista didatta per il gruppo di Anna Freud. Il suo principale campo di influenza fu il dipartimento di psicoterapia dell’Ospedale di Maudsley, dove generazioni di giovani psichiatri iniziarono la loro carriera e affinarono le loro doti come psicoterapeuti sotto la sua guida pragmatica e comprensiva.
Foulkes non cercò di creare una base di potere per la gruppoanalisi. Egli preferì la lenta crescita attraverso i seminari e la Società Gruppo-Analitica e lo si dovette persuadere della necessità di un Istituto di Gruppoanalisi per la formazione sistematica dei futuri gruppoanalisti. La diffusione della gruppoanalisi in molti paesi europei, in risposta alle richieste di formazione, avvenne senza la sua partecipazione attiva. La gruppoanalisi, largamente praticata nel Regno Unito e in molti paesi europei, ha dimostrato di essere una risorsa molto valida nel campo della psichiatria. Esperimenti con i grandi gruppi e poi con i gruppi medi avevano aggiunto un’altra dimensione.
Ma nel frattempo, che cosa stava succedendo alla Tavistock con Bion e con gli psichiatri che seguivano la sua guida carismatica, sia durante la guerra sia negli anni del dopoguerra? Ricordiamoci che Bion era stato, durante la prima guerra mondiale, comandante di carri armati altamente decorato per la sua audacia e ciò, durante la seconda guerra mondiale, gli spalancò l’accesso alla psichiatria militare e gli conferì influenza su di essa. La sua breve analisi con John Rickman portò alla loro collaborazione all’ospedale di Northfield. In Rickman, Bion aveva finalmente incontrato un’analista sofisticato che era profondamente interessato alla psicologia sociale e all’antropologia sociale.
Per oscure ragioni, Foulkes non fu gradito al gruppo della Tavistock. Di questo, forse, ne fu responsabile Rickman e si dice che egli si sia poi scusato con Foulkes per la sua esclusione; di conseguenza Foulkes non fece parte della “Tavistockrazia”, quel potente gruppo che ebbe una grande influenza nello sviluppo di ciò che fu chiamata “Autorità Terapeutica”, vale a dire, la diffusione delle idee psicoanalitiche in molte aree della società. È questo che spiega la grande influenza della Tavistock, un’influenza di pochi sopra molti. Bion e altre figure preminenti della Tavistock intrapresero la formazione psicoanalitica dopo la guerra e subirono l’influenza della teoria delle relazioni oggettuali e di Melanie Klein, che era diventata la scuola dominante della psicoanalisi britannica.
Pochi anni dopo, a causa dello scisma che si sviluppò in seno alla Società Psicoanalitica Britannica, Anna Freud si ritirò nella propria clinica. Sia Anna Freud che Melanie Klein svilupparono ideologie esclusive e intolleranti e come risultato ebbe origine il Gruppo Indipendente Britannico, che rappresentava la tolleranza dell’ambiguità e un atteggiamento più aperto nei confronti di entrambi i gruppi contrapposti della psicoanalisi. All’interno del Gruppo Indipendente ci fu un certo apprezzamento per la psicologia di gruppo, per esempio attraverso i gruppi istituiti da Michael Balint per i medici generici e per altri operatori nel campo della medicina, dei servizi sociali e dell’educazione, ecc.
È importante avere presente che subito dopo la guerra, all’inizio dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale nel 1947, fu fondato un Istituto per le Relazioni Umane della Tavistock autonomo allo scopo di salvaguardare una qualche indipendenza per la ricerca e per l’applicazione delle idee psicoanalitiche alla società e alle organizzazioni. Gran parte dell’influenza della Tavistock sta lì: nelle ricerche nell’industria e nelle organizzazioni, nelle Conferenze Leicester, nell’Istituto A.K. Rice negli Stati Uniti, nel lavoro innovativo di Trist e dei suoi collaboratori.
La Clinica Tavistock estese il suo lavoro molto al di là del trattamento degli adulti emotivamente disturbati. Nell’esaminare la Tavistock, dobbiamo spiegare la potente influenza di pochi su molti, del centro sulla periferia. Essa può venire spiegata come la propagazione di una nuova ideologia attraverso l’insegnamento, e, tramite l’insegnamento, la conversione degli allievi in seguaci. Fu largamente attraverso la formazione con metodi di gruppo che presero forma nuovi atteggiamenti, nuovi modi di vedere se stesso e gli altri, una nuova comprensione di che cosa significasse essere un professionista, un esperto nelle vicende della mente e nella comprensione dei fenomeni sociali. Tutto ciò si verificava in un momento in cui lo stato assistenziale del dopoguerra in Gran Bretagna richiedeva degli operatori sociali per esercitare il potere nelle nuove strutture della medicina, dell’assistenza sociale, dell’educazione e della delinquenza. Tutto ciò è stato definito sviluppo della “autorità terapeutica”.
L’effetto della Tavistock fu di operare trasformazioni ai livelli della soggettività, della ristrutturazione della personalità, e, attraverso questo lavoro, la Tavistock acquistò un aura di competenza grande e misteriosa. Là si poteva imparare come diventare un professionista, si poteva applicare, influenzati anche dalle idee sistemiche, nuove forme di pensiero psicoanalitico a molte aree della società. Ciò si tradusse in un particolare modo di essere un’autorità nella “gestione dei comportamenti”.
L’ideologia era quella della competenza nel configurare dei meccanismi di auto-direzione degli individui e della sensazione che ci fosse ormai un esercizio di autorità legittimato sui particolari intimi delle vite personali e interpersonali degli altri. Per raggiungere questo obiettivo, fu usata la “tecnologia di gruppo”, addestrando i gruppi in conformità con la teoria degli Assunti di Base di Bion, un modo di pensare il “gruppo come un tutto”, per cui ogni individuo nel gruppo in preda a una dinamica potente e primitiva poteva esserne liberato tramite una approfondita comprensione, trasformandolo così in un individuo capace di lavorare a scopi razionali in un gruppo di lavoro.
Questo approccio fu usato con i dirigenti d’azienda, con i “guardiani della società”. Sembrava che fosse stato scoperto un nuovo campo della realtà, uno spazio per la riflessione e per l’intervento molto al di là della clinica. Sembrava che non ci fossero limiti nell’applicazione di questa nuova competenza nella politica, negli avvenimenti internazionali, in pratica dovunque. Una nuova forma di governo, di governo terapeutico, esteso a tutti gli aspetti della vita familiare, attraverso le indicazioni nell’educazione dei bambini, la terapia di coppia e delle relazioni sessuali, nell’amministrazione e nel benessere sociali. Dalla nascita alla malattia fino alla morte, si infiltrò questa nuova ideologia di intervento terapeutico, una nuova “macchina terapeutica”.
E che ne fu della tolleranza in questa nuova ideologia? Sembrò che tutti i fenomeni mentali ed emotivi potessero venire tollerati, purché potessero essere esaminati in conformità a questa nuova autorità terapeutica che richiedeva l’accettazione della psicoanalisi kleiniana, la teoria delle Relazioni Oggettuali e la teoria degli Assunti di Base. Ma questa stessa ideologia diventò intollerante nei confronti della gruppoanalisi di Foulkes e di molti altri esponenti della psicoanalisi che seguivano percorsi differenti. Così, gli sviluppi della psicoanalisi nel nord America e nell’Europa non ricevettero molta considerazione e il modello della Tavistock diventò chiuso e ripiegato su se stesso.
Confrontando la gruppoanalisi e il modello della Tavistock, mi sembra che la Tavistock dimostri in grado maggiore le seguenti caratteristiche che sono proprie dei gruppi scismatici:
- un sistema di conoscenza che pretende di possedere le risposte alle questioni esistenziali cruciali. A ciò si accompagna una connotazione altamente religioso-emotiva.
- l’appartenenza al gruppo diventa cruciale per i suoi membri che si rivolgono alle sue teorie per un’interpretazione della loro posizione nel mondo. L’ingresso nel gruppo promette di trascendere questa condizione e una gran parte delle loro vite viene coinvolta con il destino del gruppo. Per loro diventa cruciale che il mondo esterno accetti il messaggio del gruppo e che assimili i suoi modi di pensare e di agire in quei gruppi sociali e professionali ai quali aspirano di appartenere. Essi diventano dei missionari.
- il tipo di relazione al conduttore del gruppo e l’intensità delle relazioni col conduttore del gruppo influenza grandemente le relazioni tra i membri e questo viene esemplificato dalla posizione in qualche modo mistica che Bion ha acquisito nella storia della Tavistock. Il bisogno del movimento di avere successo produce un’ideologia di intolleranza verso le idee e le pratiche di quelli che poi diventano gruppi di opposizione, sui quali vengono proiettati modi antitetici di pensare e di essere.
- ritengo che tutto ciò possa essere constatato nei metodi di conduzione di gruppo più autoritari che caratterizzano il modello della Tavistock in confronto ai metodi più democratici e tolleranti della gruppoanalisi. La gruppoanalisi incoraggia la diversità, la comunicazione tra i membri del gruppo e riduce l’influenza del conduttore del gruppo. Il modello della Tavistock pone al centro il transfert sul conduttore del gruppo e gli affetti primitivi che vengono mobilitati, mentre scoraggia i contributi dei singoli membri alla elaborazione dei dilemmi della vita del gruppo.
- la gruppoanalisi ha incominciato come un sistema aperto e rimane tale; un sistema aperto all’informazione dall’interno e dall’esterno che può derivare dalle discipline di confine, quali la sociologia, la psicologia sociale, la storia. Nell’ambito delle neuroscienze vi è un rinnovato interesse per il lavoro di Goldstein e per i meccanismi neurologici della comunicazione interpersonale e dell’intersoggettività. La crescita della gruppoanalisi risiede più nella persuasione che nella conversione e nella misura in cui meno si connota come movimento religioso. Attraverso lo sviluppo della gruppoanalisi come un movimento internazionale, vi è una direzione multipla e una diversità rassicurante che dovrebbe garantire che essa non diventi in futuro un dialetto monopolistico, sopprimendo i contributi e le iniziative degli altri in accordo alle loro storie culturali.
Sintesi della relazione di Malcom Pines presentata al Terzo Congresso Nazionale SGAI curata da Roberto Karra.