Partendo da quanto dice Bion “il gruppo è essenziale per lo sviluppo della vita psichica dell’uomo” o Foulkes “Il gruppo è più antico dell’individuo”, possiamo considerare l’uomo come un essere sociale che fin dalla nascita ricerca primariamente la relazione con l’altro e proprio attraverso la dimensione gruppale si può intervenire là dove vi sono delle difficoltà relazionali e di vita.
I benefici del lavoro in gruppo, fattori terapeutici o indici di guarigione sono molteplici, nella continua dialettica tra individuo e collettivo, tra esigenze individuali ed esigenze gruppali, tra tendenze all’aggregazione e desiderio di appartenenza e necessità individuative.
Il gruppo permette all’individuo di confrontarsi con altre persone, esprimendosi in un contesto protetto e accogliente. Talvolta il clima di fiducia e di sicurezza che si crea in un gruppo può costituire una esperienza emozionale nuova e assumere una funzione correttiva rispetto a esperienze precedenti.
Nella situazione di gruppo il singolo individuo può essere d’aiuto agli altri e quindi accrescere la fiducia in se stesso, sentendosi utile, importante e prezioso per la vita del gruppo stesso. Comprendere che si è utili agli altri determina un aumento dell’autostima e della consapevolezza nelle proprie capacità, mentre imparare a farsi aiutare favorisce l’acquisizione di una maggiore fiducia negli altri.
Il singolo partecipante del gruppo scopre di non essere il solo ad avere problemi, ridimensionando la sua sofferenza, che viene riconosciuta come elemento universale di cui il soggetto non si deve vergognare o provare colpa. Vedere altri che hanno superato o risolto problematiche simili alle proprie infonde speranza e incoraggia a proseguire il percorso intrapreso.
Lavorando in gruppo si impara a “convivere” con altre persone, anche profondamente diverse da sé, a esprimere i propri sentimenti positivi e/o negativi ampliando le proprie capacità relazionali-affettive. L’apprendimento della socialità, ovvero lo sviluppo delle abilità utili per il vivere sociale, è un fattore terapeutico che agisce in tutti i gruppi. I membri del gruppo, attraverso il feedback degli altri e la riflessione personale divengono progressivamente consapevoli degli aspetti significativi del loro comportamento interpersonale e se ne assumono la responsabilità. Nel momento in cui si comprende di essere autori del proprio mondo socio-relazionale, ci si può impegnare per modificarlo là dove non ci si riconosca o non ci si senta adeguatamente rappresentati.
Condividere affettivamente il proprio mondo interno con gli altri e ricevere la loro accettazione incondizionata ha un profondo effetto trasformativo e soddisfa il bisogno di appartenenza innato in tutti gli esseri umani.
Il gruppo è quindi il luogo in cui le esperienze individuali vengono dotate di un significato nuovo, uno spazio dove iniziare una ricostruzione interiore della propria storia, del proprio mito personale.