La funzione dello Psicoterapeuta nella società contemporanea

la-funzione-dello-psicoterapeuta-nella-societa-contemporanea

Oggi la società risente di un assetto simbolico precario e di un logoramento delle relazioni, dei legami familiari, matrimoniali e affettivi. Questi cambiamenti hanno generato forme nuove di patologie che causano un profondo malessere: casi borderline, psicosi fruste, iperattività, dipendenze patologiche, nuclei familiari multiproblematici, cosiddette forme “a doppia diagnosi” e così via. Di conseguenza anche le istituzioni di cura stanno cambiando: teoricamente il malato è più libero e attivo ma, nella pratica, spesso è solo e passa da una risposta all’altra, da una tecnica all’altra, da un servizio specialistico all’altro; lo psicoterapeuta, dal canto suo, ha molte soluzioni da offrire, svariati servizi socio-sanitari cui appoggiarsi, diverse tecniche da proporre. Tuttavia è costretto da una serie di protocolli, di pratiche formali e burocratiche, di linee guida che codificano in anticipo comportamenti e risposte.

Nell’inflazione dei rimedi offerti dall’organizzazione liberista della salute, oggi non si tratta solo di ascoltare e parlare, cosa che molti tentano di fare curando attraverso la parola. Si tratta, invece, di dire qualcosa di significativo fra curante e paziente e diventare interlocutore della domanda di quest’ultimo. Bisogna che qualcuno offra una risposta, un segnale, un rilancio significativo che, la persona con un disagio, possa comprendere e accogliere.

È necessario saper leggere la domanda, non sempre esplicita e diretta. Questo sia perché essa è presa in relazioni sociali complesse sia perché i nuovi sintomi in cui ci imbattiamo si presentano come un disagio muto, che si esprime in comportamenti poco mentalizzati, in agiti violenti verso il proprio corpo o verso il corpo sociale. In questo contesto così allargato è necessario costruire un rapporto di fiducia e lavorare per realizzare le condizioni di una presa in carico psicoterapeutica più soggettivata.

La psicoterapia nella società contemporanea, quindi, è una trama in cui si esprime il disagio dei pazienti nella diversità dei luoghi istituzionali (comunità terapeutica, casa alloggio, comunità educativa, ambulatorio, consultorio ecc…).

Questa trama è la moderna declinazione del setting classico e, per muoversi agevolmente in essa, bisogna ricorrere alla logica della relazione duale fra terapeuta e paziente ma anche porre attenzione agli aspetti gruppali dell’attuale pratica clinica.

Cosa fa quindi lo Psicoterapeuta nella società contemporanea? Fa! Esce dal suo studio, non resta più confinato in una posizione clandestina. Si interessa di politica, s’immischia nel “sociale”, nelle istituzioni di salute mentale, reintroduce il soggetto nelle relazioni sociali, dalle quali si esclude o viene escluso.

In questo momento storico quindi, l’analista, che era un decifratore dell’inconscio, diventa il pragmatico che, con la sua presenza e quella del suo corpo, conversa, annoda, snoda, allenta, consolida.” (Gil Garoz).