Il cyberbullismo

Il cyberbullismo indica una tipologia di bullismo attuato mediante la rete.

Negli ultimi quindici anni la continua evoluzione delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione ha fatto sì che gran parte della comunicazione si spostasse su di un piano virtuale soprattutto tra i cosiddetti nativi digitali nati e cresciuti con le tecnologie digitali e di conseguenza naturalmente predisposti all’utilizzo di tale tipo di comunicazione.

La mancanza di utilizzo critico dei nuovi media è una delle cause scatenanti dei fenomeni quali il bullismo in rete, il cyber bullismo, che presenta molte caratteristiche in comune con il bullismo “off line” e si distingue per alcune caratteristiche tipiche dell’ambiente digitale.

Il cyberbullismo è “un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi” (Smith et al., 2008). Col termine “cyber” s’intende tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia e che è generato da essa; col termine “bullismo” s’intendono comportamenti malevoli ai danni di una persona, la vittima, che non è in grado di difendersi da sola. Quindi, il cyber bullismo riguarda tutte quelle forme di prevaricazione aggressiva, volontaria e ripetitiva, attuate da un singolo o da un gruppo di persone, attraverso mezzi informatici ai danni di una vittima.

Gli elementi che accomunano il bullismo tradizionale e il cyberbullismo quali l’abuso di potere, la ripetizione degli attivi lesivi, l’intenzionalità e l’aggressività dell’agire vanno ridefiniti considerando la natura specifica del cyberbullismo.

Molto spesso il cyber bullo esercita il suo potere attraverso una conoscenza maggiore dei mezzi ICT (Information and Communication Technology) rispetto alla vittima che, quindi, sente aumentare la propria vulnerabilità. Un altro aspetto che contribuisce ad aumentare il dislivello tra bullo e vittima è l’anonimità del web. Quasi sempre la vittima non conosce l’autore degli atti offensivi nei suoi confronti: ciò garantisce al bullo di agire indisturbato e impunito.

La ripetizione è un’altra caratteristica fondamentale del cyberbullismo. Un singolo episodio di commento offensivo su un social network infatti non rappresenta un atto di cyberbullismo. La ripetizione assume sfumature diverse per il cyberbullismo diretto e indiretto. Nel primo caso la ripetizione è data da interventi continui, che colpiscono direttamente la vittima (es. continui sms, e-mail); nel secondo caso invece la ripetizione è dovuta alla possibilità che altri utenti possano vedere e di conseguenza salvare e condividere all’infinito il materiale in questione.

L’intenzionalità e l’aggressività dell’agire sono strettamente collegate tra di loro. Il bullo intende deliberatamente danneggiare, infastidire, causare sofferenza alla vittima. Il cyber bullo può raggiungere la vittima in ogni momento della giornata e in ogni dove. Non si vi sono più “spazi” in cui la vittima può sentirsi al sicuro.

Il cyber bullismo si divide in due categorie: il cyberbullismo diretto e quello indiretto. Nel cyberbullismo diretto il bullo utilizza strumenti di messaggistica istantanea (es. sms, mms, chiamate, e-mail) che hanno un effetto immediato sulla vittima poiché diretti esclusivamente a lei; mentre nel cyberbullismo indiretto, il bullo utilizza aree pubbliche della rete (es. social network, blog, forum) dove anche altri utenti possono leggere i messaggi e/o vedere foto e video che il bullo pubblica e che molto spesso assumono un carattere di diffusione virale.